C’è un luogo la cui realtà si confonde tra ricordi d’infanzia e narrazione figurativa, che si dipana sulle pareti esterne delle abitazioni: è Vernante.

Se non siete mai stati in Valle Vermenagna ma siete cresciuti a pane e favole come quella del celeberrimo burattino combinaguai, bene, questo luogo è vostro. Sarà che chi scrive ha imparato a leggere proprio su Pinocchio… ma il fascino semplice e discreto di uno dei tanti luoghi del cuneese che non ti aspetti, attrae da decenni grandi e piccini.

Anni or sono, due pittori locali, Bartolomeo Cavallera e Bruno Carletto, dipinsero più di cento murales che raccontano le avventure del burattino Pinocchio, nato dalla penna di Collodi e illustrato, nella più celebre delle edizioni, dalla matita di Attilio Mussino. Quest’ultimo trascorse gli ultimi anni di vita, insieme alla moglie Margherita Martini, proprio in questo piccolo paese.

Vi invitiamo dunque a riprendere in mano una delle edizioni di Pinocchio e, libro alla mano, a ripercorrere le tappe e gli episodi disposti in modo casuale sulle abitazioni, un po’ come se fosse una caccia al tesoro!

Inoltre, vi suggeriamo di scoprire almeno altre due tappe seguendo il medesimo tema: il piccolo museo ospitato dal 2005 a lato della parrocchiale, la via crucis all’interno della chiesa di San Nicolao, restaurata dallo stesso Mussino (firmata nell’ultima stazione) e la tomba dell’illustratore, sita nel cimitero cittadino, in cui è ritratto Pinocchio a vegliare su di essa.

Parlare di Vernante associandola solamente all’immaginario delle favole sarebbe tuttavia riduttivo: il paese infatti vanta una storia secolare, legata alle vicende della contea di Tenda – poi ai Savoia-, da sempre strettamente connessa al valico vero la attuale Francia e al collegamento con la pianura sottostante. Da ultima, ma non per importanza, riconducibile alla pagina più recente della Resistenza e alla brigata partigiana GL, appartenente alla I Divisione, comandata per un certo periodo da Nuto Revelli.

Uno dei luoghi da visitare è il punto panoramico collocato dove un tempo sorgeva l’antico castello che presidiava la via di transito sottostante. Il castello era stato edificato tra il 1275 e il 1280 dal conte Pietro Balbo di Tenda e poi abbandonato dai Savoia. Vi si giunge facilmente tramite una strada panoramica percorribile a piedi o in macchina, che parte dal centro storico. Da qui si possono ammirare i resti della cosiddetta “Turusela” ovvero della torre esagonale di controllo sulla valle.

Il secondo luogo che merita una sosta è il bosco di faggi secolari, nella vicina borgata di Palanfrè. Questo bosco, chiamato anche “bosco bandito” deve il suo nome dal fatto che, a partire dai bandi Campestri del 1741 (oggi conservati nell’archivio comunale), fu vietato il taglio degli alberi per proteggere dalle valanghe e dalle slavine l’abitato sottostante.

SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

SITOGRAFIA :

https://it.marittimemercantour.eu/territorio/valli-e-paesi/vermenagna

https://www.becberciassa.it/

http://www.archeo.piemonte.beniculturali.it/index.php/it/quaderni-della-soprintendenza-archeologica-del-piemonte/211-12-1994

Limone Turismo – Il sito turistico ufficiale del Comune di Limone Piemonte per i trekking in particolare si consulti: Limone OUTDOOR (bwebmap.it)

BIBLIOGRAFIA:

Beltrutti, Cuneo e le sue valli, Savigliano, 1978

Conforti, L. Marino, Le valli tra i parchi, Cuneo, 2018