Il 30 novembre del 1786 venne abolita, per la prima volta, la pena di morte in uno Stato, il Granducato di Toscana. Da allora molta strada è stata fatta nel cammino che porta alla liberazione dalla pena capitale nel mondo. Ma tanto si può e si deve fare ancora contro questo strumento altamente inumano oltre che inutile, dato che non funziona come deterrente e riduce gli Stati a meri esecutori di ingiustizia.

Cuneo quest’anno sarà fra gli oltre 2.000 i comuni che partecipano a “Città per la Vita-Città contro la pena di Morte” promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, che negli ultimi anni ha portato avanti una campagna in tutti i continenti per giungere ad una moratoria universale. Si tratta ormai di un movimento che coinvolge migliaia di persone in tutti i continenti e che è riuscito, attraverso un paziente impegno collettivo e rapporti con i diversi governi, a diminuire il numero dei Paesi mantenitori.

Il prossimo mese di dicembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sarà nuovamente chiamata ad approvare una nuova Risoluzione per una Moratoria Universale della pena capitale, che speriamo rafforzi il movimento abolizionista.

Come Amnesty International – Antenna di Cuneo siamo contenti che la nostra Amministrazione comunale abbia aderito alla Giornata Internazionale Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte concedendo l’illuminazione in giallo della Torre civica comunale dal 29 novembre al 1 dicembre – dichiara Patrizia Barello, responsabile del gruppo Amnesty cuneese – rafforzando anche il valore di un’altra ricorrenza, la giornata mondiale contro la pena di morte che cade il 10 ottobre di ogni anno, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’abolizione della pena capitale.

A livello mondiale, nel 2023 Amnesty International ha registrato 1153 esecuzioni, con un aumento del 71 per cento rispetto alle 883 esecuzioni del 2022. Questo trend allarmante sta proseguendo nel 2024 con la drammatica crescita delle esecuzioni in Iran e Arabia Saudita, la decisione della Repubblica Democratica del Congo di riprendere le esecuzioni e quella della Corte costituzionale di Taiwan di non abolirla. Ciò nonostante, quanto sta accadendo nell’Africa subsahariana dà un po’ di speranza al progresso abolizionista. Oggi sono 113 gli stati totalmente abolizionisti.

In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte del 10 ottobre, Amnesty International aveva chiesto ai tre stati dell’Africa subsahariana che sono sul punto di abolire la pena capitale e di agire subito affinché altri stati nel mondo seguano il loro cammino. In Kenya e Zimbabwe sono in discussione proposte di legge sull’abolizione della pena di morte per tutti i reati, mentre in Gambia – aggiunge ancora Patrizia Barello – è iniziato l’iter di un emendamento abolizionista alla Costituzione. A oggi sono 24 gli stati dell’Africa subsahariana che hanno abolito totalmente la pena di morte e ulteriori due quelli che l’hanno eliminata solo per reati comuni.

C.S.