Gli appuntamenti musicali di “Aspettando Natale” hanno concluso l’edizione del festival culturale “Profondo Umano | Arcani Sensi – la vita e i suoi riti”, tenutasi ad Alba e dintorni da settembre a dicembre 2024, giunto alla quarta edizione. L’iniziativa ha riscosso un grande successo, con una programmazione ricca di conferenze, proiezioni, camminate e concerti. Una preziosa opportunità per contemplare e riflettere, in una società che vuole essere più attenta alla dimensione umana del singolo e della comunità.

Profondo Umano

Profondo Umano: cosa vi ha spinto a scegliere un titolo così evocativo e introspettivo? Come definite il “profondo umano” e in che modo questo concetto si riflette nella programmazione del festival? In che modo ogni singolo appuntamento contribuisce a costruire un discorso complessivo sul “profondo umano”?

Il titolo del festival arriva, come spesso succede in questi casi, da un’illuminazione. Quando ci siamo ritrovati per decidere il nome da darci, ad un certo punto è venuto fuori «Profondo Umano». Ed è un perfetto riassunto della nostra vocazione a esplorare l’umanità in tutti i suoi aspetti, a cercare di scendere oltre la superficie della realtà e indagarla un po’ più in profondità. Ogni anno, quindi, scegliamo un tema che crediamo possa essere importante da discutere e ci cuciamo intorno tutti gli eventi, per affrontarlo da varie prospettive e attraverso molteplici modalità: in un mondo complesso non si possono dare risposte semplici; noi proviamo ad aggiungere sempre domande nuove.

Arcani Sensi – la vita e i suoi riti

Come siete arrivati a definire il concetto di “arcani sensi” nel contesto del festival? Quali sono gli aspetti più misteriosi e profondi della vita che si è inteso esplorare? 

Il rito, nel definire e raccontare il presente, si ancora solidamente al passato: attraverso il rito lo scorrere del tempo trova senso e significato. E questo dialogo è sempre un’esperienza totale, fatta di musica, parole, immagini, odori, che coinvolge la nostra umanità nella sua interezza. Il rito poi parla con linguaggio comprensibile di quelle parti della vita più difficili da capire: nascita, morte, cambiamento. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di riflettere su questa particolare forma culturale che coinvolge donne e uomini di ogni tempo.

Organizzazione

Come avete ideato un programma così ricco e variegato, che spazia dalle camminate alla filosofia, passando per l’arte e la musica? Quali sono state le modalità artistiche (spettacoli, mostre, conferenze) più innovative e originali?

Lo spirito di ogni edizione è quello di costruire un “contenitore di idee”, dove chiunque possa trovare qualcosa. Costruiamo quindi una rete di eventi più variegata possibile. Anche noi abbiamo ormai le nostre tradizioni: le passeggiate artistiche, ad esempio, che uniscono musica, letteratura e immersione nella bellissima natura che ci circonda. O ancora i concerti, l’anima della nostra associazione: quest’anno la rassegna musicale di “Aspettando Natale” ha festeggiato quarant’anni. Non mancano forme più tradizionali, come le conferenze, le proiezioni di film o le mostre d’arte. Infine, qualcosa di diverso: quest’anno è stata la stupenda esperienza di teatro “immersivo” nell’insolito palcoscenico del cimitero di Treiso, in un turbinio di emozioni ispirato all’Antologia di Spoon River.

Contesto

In che modo il festival si inserisce nel territorio di Alba e contribuisce alla sua valorizzazione? Quali sono le specificità del luogo che hanno influenzato la programmazione? Quali sono le sinergie più importanti che avete costruito?

Ci piace l’idea di un festival diffuso, che coinvolga tutto il nostro bellissimo territorio. Chiaramente Alba fa da centro di gravità, ma poi ci apriamo ai comuni di Langhe e Roero, entrando con discrezione nelle realtà della nostra collina. Da molti anni il festival collabora con La Morra Eventi e Turismo e la libreria Paesi Tuoi, quest’anno abbiamo costruito un’altra importante collaborazione con il Comune di Treiso. L’auspicio è quello di ampliare sempre di più il nostro “contenitore di idee”: c’è spazio per tutte e tutti!

Futuro

Come pensate di far evolvere il concetto di “profondo umano” e quali sono le sfide principali che il festival si propone di affrontare nelle prossime edizioni?
Come si intende coinvolgere sempre più giovani e nuovi pubblici?

Siamo già al lavoro nella programmazione del prossimo anno. L’ampia partecipazione delle ultime edizioni ci dice che stiamo andando nella giusta direzione, per cui continueremo a interrogarci sui grandi temi di cui abbiamo bisogno: le idee non mancano e l’entusiasmo non è da meno. La nostra squadra è composta da volontarie e volontari, con tante persone giovani e curiose. Per coinvolgere chi ancora non siamo riusciti a toccare bisogna trovare le giuste leve e modalità al passo con i tempi: abbiamo già sorprese in serbo per il futuro…

Grazie alla Associazione Corale Intonando Aps per la preziosa collaborazione. Auguriamo a tutta l’organizzazione e ai volontari buon lavoro per le prossime edizioni.